martedì 13 maggio 2008

Quousque tandem Catilina....


Quousque tandem Catilina....Fino a quando Catilina abuserai della nostra pazienza? Questo l'interrogativo retorico rivolto in Senato da Cicerone. Questo l'interrogativo che noi italiani dovremmo rivolgere al Papa il quale, ancora una volta, si permette, proditoriamente di ingerire negli affari interni del nostro paese, una Repubblica fino a prova contraria, ancora laica e libera, da quando il XX Settembre 1870 i Bersaglieri sono entrati in Roma, ultimo caposaldo del potere temporale della Chiesa.
Ma forse il Papa, che continua ad essere ospite di Roma, dimentica, o fa finta di dimenticare, che non è più un Papa Rè, come si diceva una volta quando vigeva ancora uno Stato pontificio di cui il Papa era appunto monarca assoluto.
Forse il Papa dimentica, o fa finta di dimenticare, che non è buona norma di educazione mischiare il sacro col profano e interferire negli affari interni di uno Stato sovrano di cui è oltretutto ospite.
Forse il Papa dimentica, o fa finta di dimenticare che egli è a capo di una Chiesa, di una confessione religiosa come tante altre su questa nostra Terra e che come tale a lui spetta di diritto il compito di pronunciarsi su questioni religiose, da cui scaturiscono dettami morali, ma non di esprimere pareri non richiesti e negativi sulle Leggi vigenti in uno Stato sovrano, come è appunto l'Italia, di cui è gradito ospite.
Non contesto infatti minimamente al Papa, il diritto di difendere la vita, secondo i principi ed i dettami della Sua fede e di tanti cattolici, ma contesto vivamente e strenuamente il "diritto" che il Papa si riconosce e si autoattribuisce di pronunciarsi in tema di legislazione di uno stato sovrano quale è appunto l'Italia, o almeno così credo.
Faccio specifico riferimento, è ovvio alla ultima pronunciazione di ieri del Papa in tema di Legge italiana sull'aborto, la Legge 194 istituita per scongiurare, o almeno limitare, la piaga degli aborti clandestini che mettevano spesso a gravissimo rischio la vita delle gestanti, costrette a ricorrere a queste pratiche di fortuna.
Ma forse al Papa, così interessato alla difesa della vita in embrione, non interessa la difesa della vita in essere, così come, nella assurda presa di posizione contro la contraccezione, vieta l'uso sanitario del profilattico, unico mezzo semplice ed a portata di mano a difesa dall'AIDS, ma ahimè purtroppo anche un contraccettivo.
Ancora una volta e come sempre nei secoli, la Chiesa si dimostra miopemente retriva e assurdamente abbarbicata alla strenua difesa delle proprie posizioni, anche se esse sono evidentemente errate, pericolose, gravemente ignoranti dei progressi e delle conquiste della Scienza, vista sempre come un acerrimo nemico e una pericolosa apportatrice di idee nuove, basti pensare solo a Galileo Galilei, alla teoria della evoluzione di Darwin e alla proibizione assoluta di praticare la vaccinazione antivaiolosa negli Stati della Chiesa, quando essa, praticata in tutti gli stati civili d'Europa, aveva sconfitto le terribili epidemie di vaiolo.
Il Papa è liberissimo, dall'alto della sua cattedra spirituale, di dettare principi e norme di comportamento morale e pratico ai seguaci e fedeli della confessione di cui egli è a capo, ma non ha il diritto, lo ribadisco, di esprimersi a dissenso di una Legge di uno Stato libero e sovrano, laico per definizione e di cui fanno parte anche cittadini che quella stessa fede non hanno, o che ritengono che debbano essere tenuti ben distinti e separati i problemi di fede da quelli di leggi che essi liberamente e democraticamente si sono dati.
Di questo passo anche l'Islam o altre fedi religiose si sentiranno autorizzate ad esprimere pareri discordi sulle nostre Leggi.
Domenico Mazzullo
www.studiomazzullo.com