venerdì 23 gennaio 2009

Non è il paese degli ayatollah


"Non viviamo in una repubblica di ayatollah, nella quale il diritto religioso fa premio sul diritto civile".
Con questa frase, chiara, lapidaria, sicura del proprio diritto e della propria legittimità, Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte, ha risposto al Cardinale Poletto, il quale, intervenendo ancora e proditoriamente sul tristissimo caso di Eluana Englaro, ha esortato i medici cattolici a fare obiezione.
Grazie, Signor Presidente per la Sua presa di posizione, chiara, esplicita, determinata, netta e finalmente libera dai funambolismi letterari di tanti politici che, per non scontentare nessuno, non esprimono mai chiaramente il proprio parere.
Ha espresso chiaramente il proprio parere, o meglio il proprio diktat, il Cardinale Poletto con l'arroganza e la prosopopea tipica della Chiesa cattolica, quando vede toccati i propri interessi.
Ne riporto integralmente le parole:
" La legge di Dio non può mai essere contro l'uomo. La legge di Dio è sempre per l'uomo. Andare contro la legge di Dio significa andare contro l'uomo. Dunque se le due leggi entrano in contrasto è perchè la legge dell'uomo non è una buona legge e si rivelerà tale dai suoi frutti.".
Ho voluto riportare integralmente le parole del Cardinale Poletto, perchè al lettore non possa sfuggire la gravità, l'arroganza e il significato offensivo nei confronti del nostro Stato e delle nostre Leggi.
Prima di tutto il Cardinale non tiene conto, che non tutti gli uomini credono necessariamente in Dio e quindi per chi non crede, il suo discorso è privo di valore; in secondo luogo il Cardinale presume, con prosopopea tutta cattolica, che tutti gli uomini credenti, credano nel "suo" Dio , nel Dio cristiano e che quindi le leggi di questo Dio, automaticamente valgano per tutti i credenti; terzo, e questo ultimo punto è a parer mio ancora più grave ed offensivo e tutto il mondo laico dovrebbe insorgere, il Cardinale Poletto dimentica, o fa finta di non ricordare, che l'Italia è uno Stato libero e sovrano, con Sue Leggi, che tutti i cittadini sono obbligati a rispettare e che uno stato straniero, quale è il Vaticano non ha nessun diritto di interferire e sindacare sulle nostre Leggi, per bocca di suoi rappresentanti, o esponenti.
L'invito del Cardinale Poletto, rivolto ai medici cattolici, a fare obiezione equivale alla istigazione da parte di un rappresentante di uno stato straniero, a disattendere e non rispettare le nostre Leggi, il che mi appare un atto gravissimo, irrispettoso e apertamente ostile nei nostri confronti.
In virtù di quale principio o ragione dovremmo tollerarlo?
Domenico Mazzullo

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