giovedì 4 marzo 2010

Quasi quasi ammazzo qualcuno....


Quasi quasi ammazzo qualcuno. Per vedere l'effetto che fà.
Questa idea peregrina mi è balzata subitanea alla mente, leggendo i giornali di questa mattina e anche ora che è sera inoltrata, tuttavia, non mi abbandona e anzi mi tormenta e mi alletta con la sua accattivante semplicità.
"Cosa mai avrò letto sul quotidiano", si chiederà l'incauto Lettore, che mi ha suggerito una sì scelletata idea? E' presto detto.
Apprendo, non senza stupore, che Omar Favaro, uno dei due autori, meglio detto, assassini, di uno dei più atroci ed efferati delitti dei tempi recenti, quello di Novi Ligure in cui, egli, assieme e presumibilmente sotto la direzione della sua degna compagna e fidanzata Erika, massacrò a coltellate Susi Cassini e il figlio Gianluca di appena 11 anni, rispettivamente madre e fratello di Erika, da oggi è un uomo libero, avendo scontato interamente la sua pena.
Mi correggo, non proprio interamente, essendo stata la pena definitiva comminatagli di 14 anni, (16 per Erika riconosciuta "la mente" del crimine), ma dei quali ne sono stati scontati solo 9.
Secondo una incomprensibile, ma ineludibile aritmetica della Giustizia, tre anni appena gli sono stati condonati grazie all'indulto, gli altri hanno subito uno sconto premio per la buona condotta dimostrata(45 giorni per ogni semestre di carcerazione).
Carcerazione che non deve essere stata particolarmente afflittiva, se è vero che il nostro eroe, già da qualche tempo lasciava il carcere di Asti al mattino, per farvi ritorno, ahimè a sera, lavorando, durante il giorno, come giardiniere presso i giardini comunali, con regolare contratto che gli fruttava e continuerà a fruttargli 700 Euro al mese.
In ultimo, per alleviare ulteriormente le scomodità e la tristezza di un rientro in carcere serale, il magistrato di sorveglianza ha deciso, sua sponte, nei giorni scorsi, di concedergli un ulteriore sconto di pena, regalandogli 45 giorni di libertà anticipata rispetto all'ultimo semestre di pena espiata.
Ora Omar è un uomo libero e tra poco lo sarà anche Erika. Le loro vittime riposano in pace.
Lasciando definitivamente il carcere Omar ha pronunciato poche ma significative parole, testimonianza e prova di un profondo pentimento:"Ora ho pagato il mio debito. Voglio essere lasciato in pace, vivere tranquillo, ho bisogno di sentire suoni nuovi, annusare odori diversi. Per tanto tempo mi sono mancati anche i rumori della città. Dentro tutto è silenzio..."
Caro Omar, ora che sei libero, con tutto il cuore ti auguro di annusare odori diversi, di sentire suoni nuovi, di sentire i rumori della città che tanto ti sono mancati, di dimenticare il silenzio che c'era "dentro", dietro le mura del carcere, sostituendolo, colmandolo con il rumore assordante dei ricordi, con il suono delle urla di sgomento e di dolore di una madre e di un bambino uccisi dalle tue coltellate e quelle di Erika, figlia e sorella, di riempire le tue giornate di giardiniere, con le immagini efferate che solo tu hai potuto vedere e ricordare, di "vivere tranquillo" con la compagnia dei rimorsi, spero, che ti accompagneranno per tutta la vita, di uomo libero.
Se fosse possibile vorrei regalarti un bel libro da leggere nei momenti di riposo dal duro lavoro:"Delitto e castigo" di un autore russo Feodor Dostojewskij. Leggendolo potresti scoprire che il protagonista, avendo ucciso una sola persona e non due, come te, e per giunta vecchia e usuraia, non aspirava proprio a vivere tranquillo.....ma non voglio anticiparti nulla, per non toglierti il gusto della lettura.
Domenico Mazzullo

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