La notizia è oggi su tutti i giornali e ha avuto già un effetto devastante: "il Prozac e gli altri farmaci antidepressivi non servono a nulla e la loro efficacia non andrebbe oltre un semplice effetto placebo. Per guarire dalla depressione non c'è bisogno di ricorrere a trattamenti chimici".
Questa è la conclusione cui sarebbero giunti i ricercatori di una Università anglosassone, quella di Hull, guarda caso, proprio nel dipartimento di Psicologia di questa Università.
Con tutto il rispetto per i ricercatori e per le conclusioni delle loro ricerche, che comunque non condivido assolutamente e che contrastano fortemente con decenni di studi e di evidenze cliniche, dimostranti esattamente il contrario, ossia la grande, risolutiva, insostituibile efficacia dei farmaci antidepressivi nel trattamento della depressione, credo che chi compie certe ricerche e giunge a tali "rivoluzionarie" conclusioni, dovrebbe richiamarsi al principio fondamentale di ogni medico, primum non nocere, ossia in primo luogo non nuocere e nel rispetto di una elementare norma di deontologia medica dovrebbe essere cauto nel pubblicare e consegnare alla stampa affermazioni di questo tipo. Credo che chi ricerca in questo campo, dovrebbe esercitare una elementare quanto semplice prudenza e autocritica, valutando le conseguenze di tali affermazioni, che lungi dall'essere confermate e condivise, possono creare nei pazienti una legittima incertezza, un pericoloso sconcerto ed una dannosa sfiducia nei confronti dei medici e nei farmaci da questi utilizzati. In questo caso, come purtroppo in altri, sempre più frequenti e diffusi, mi sembra piuttosto, che il desiderio di fare notizia, di creare sconcerto e di rispondere forse ad esigenze di protagonismo o, ma non vorrei crederci, di benefici economici, abbia il sopravvento e sia privilegiato, sul fondamentale interesse per i pazienti, che andrebbero invece tutelati e curati nel loro interesse fondamentale, la salute. Nel mio piccolo di psichiatra clinico, già oggi ho potuto toccare con mano, lo sconcerto provocato dalla notizia pubblicata dai giornali, alla luce del subisso di telefonate che ho ricevuto, dai miei pazienti in cura presso di me con antidepressivi, allarmati e preoccupati, per quanto hanno letto sulla stampa a proposito della presunta ed affermata inefficacia ed inutilità degli antidepressivi.
Come psichiatra posso affermare e credo che tutti i colleghi possano concordare, che il destino dei pazienti depressi è radicalmente, drammaticamente mutato in senso positivo, da quando sono stati utilizzati i farmaci antidepressivi. Moltissime vite sono state salvate e le inaudite, insopportabili sofferenze provocate dalla depressione sono state curate, abolite e soppresse da questi farmaci antidepressivi di cui, oggi, si vorrebbe negare l'efficacia. Credo che chi parla così, chi si avventura in queste ardite, quanto fallaci osservazioni, non abbia mai visto la vera depressione sconvolgere le vite di chi ne è affetto, o peggio, non abbia mai provato su di sè, nemmeno per pochi minuti, i morsi della depressione, non abbia mai visto tornare il sorriso sui volti contratti dal dolore dei suoi pazienti, o non abbia mai vissuto entro di sè l'esperienza di essere liberato dall'angoscia attanagliante, grazie alla efficacia dei farmaci antidepressivi, appunto.
I milioni di pazienti sofferenti in tutto il mondo, curati e guariti dalla depressione per mezzo dei farmaci, possono testimoniare, molto meglio di uno studio statistico dell'Istituto di Psicologia della Università di Hull, l'efficacia dei farmaci antidepressivi.
Il Prozac, uno degli antidepressivi chiamati in causa, è divenuto famoso in tutto il mondo come la "Pillola della felicità".
Ho sempre violentemente stigmatizzato questa denominazione e questa assurda pubblicità per un antidepressivo, non certo l'unico e non certo il primo, ma uno dei tanti.
La felicità, a mio parere, non esiste e non può certo essere conseguita attraverso una pillola, ma se chiamiamo "felicità", il guarire dalla depressione, allora il termine di "pillola della felicità" spetta di diritto non solo al Prozac, ma a tutti gli antidepressivi che ci sono e che ci saranno, preziosi, indispensabili ausili, per guarire dalla depressione, a dispetto di tutti i pareri contrari.
Si è voluto ridurre l'azione degli antidepressivi ad un "effetto placebo"; come psichiatra che cura la depressione con gli antidepressivi, ma è anche egli sofferente di depressione e si cura con gli stessi antidepressivi, posso affermare con certezza la loro efficacia, la loro affidabilità e la loro insostituibilità nella terapia di questa dolorosissima patologia.
Se anche un solo paziente depresso, che potrebbe giovarsi di questi farmaci, dovesse essere distolto dall' utilizzare questa terapia, suggestionato dalle conclusioni di queste ricerche, così proditoriamente ed imprudentemente pubblicate, gli autori di queste dovranno sentirsi direttamente responsabili.
Domenico Mazzullo