Conosco bene, per motivi strettamente personali, la Spagna. Ammiro e apprezzo questo Paese e oggi ancora di più, alla luce della presa di posizione decisa, ferma e dignitosa che il Governo spagnolo ha tenuto nei confronti della Chiesa Cattolica e nello specifico nei confronti della Conferenza episcopale spagnola, analoga alla nostra Cei, fino a poco tempo addietro presieduta dal Cardinale Ruini.
Il Governo spagnolo, per mano del Suo Ministro degli Esteri, ha dato incarico al Suo ambasciatore presso la Santa Sede, di presentare una nota di protesta vibrata e ferma, naturalmente nel linguaggio diplomatico, per la pesante e continua intromissione della Chiesa spagnola negli affari interni dello Stato e nello specifico, dando precise indicazioni agli elettori, cattolici, su come votare e soprattutto su come non votare.
Il Ministro degli Esteri Moratinos, per bocca del Suo ambasciatore ha dichiarato di provare "perplessità e sorpresa" per l'atteggiamento tenuto dalla Conferenza episcopale spagnola e di sentirsi "indignato come cattolico" per le indicazioni di voto fornite dalla lettera pastorale. E ancora "Ci sono molti cattolici in Spagna, che avranno difficoltà a capire questo atteggiamento. E' una gerarchia integralista, fondamentalista, neoconservatrice, che non può neppure rappresentare il sentimento della maggioranza dei cattolici".
Parole ferme, dignitose, precise, che non lasciano adito a dubbi, o interpretazioni, che manifestano una adulta assunzione delle proprie responsabilità e della responsabilità delle proprie parole.
Quanta distanza dai funambolismi intellettuali e dai bizantinismi dialogici dei nostri politici, sempre proni e pedissequamente accondiscendenti di fronte ai diktat ed alle rampogne della Santa Sede, sempre pronta ad interferire con gli affari interni del nostro Paese.
L'esempio della cattolicissima Spagna dovrebbe illuminarci.
Domenico Mazzullo d.mazzullo@tiscali.it
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