In oltre trenta anni di professione, come psichiatra, la malattia, oggi chiamata depressione è sempre stata una presenza assidua e costante nella mia vita, sia perchè essa è molto rappresentata e frequente tra i pazienti che a me si rivolgono, per essere aiutati, sia perchè io stesso ne soffro, consapevolmente, da quando, medico, sono stato capace di riconoscerne i sintomi in me stesso, inconsapevolmente, da bambino, quando ne ignoravo ancora l'esistenza, ma ne soffrivo il dolore, , e i ricordi di quel periodo sono particolarmente vividi e sofferti nella mia mente.
domenica 20 dicembre 2009
Depressione
In oltre trenta anni di professione, come psichiatra, la malattia, oggi chiamata depressione è sempre stata una presenza assidua e costante nella mia vita, sia perchè essa è molto rappresentata e frequente tra i pazienti che a me si rivolgono, per essere aiutati, sia perchè io stesso ne soffro, consapevolmente, da quando, medico, sono stato capace di riconoscerne i sintomi in me stesso, inconsapevolmente, da bambino, quando ne ignoravo ancora l'esistenza, ma ne soffrivo il dolore, , e i ricordi di quel periodo sono particolarmente vividi e sofferti nella mia mente.
martedì 1 dicembre 2009
Sorelle d'Italia
Assolutamente inaspettata mi è giunta, dal mio Amico, che indignato per la pubblicità delle calze CALZEDONIA, aveva scritto al Presidente della Repubblica, la seguente lettera che riporto integralmente:
Carissimo Domenico,
Ti invio (qui di seguito) la pronuncia del Giurì dell'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, ricavata direttamente dal sito del predetto Istituto: http://www.iap.it/it/indingiu.htm
Pronunce del Giurì
Pronuncia
n. 91/2009 del 10/11/2009
Parti
Comitato di Controllo nei confronti di Calzedonia spa
Mezzi
televisione
Presidenteed Estensore
Deodato
Relatore
Ubertazzi
ProdottoCalze "Calzedonia"
Messaggio"Sorelle d'Italia"
Dispositivo"Il Giurì, esaminati gli atti e sentite le parti, dichiara che la pubblicità contestata contrasta con gli articoli 10 e 13 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, e ne ordina la cessazione."(Art. 10 - Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona)(Art. 13 - Imitazione, confusione e sfruttamento)
Con grande piacere metto questo risultato a disposizione di tutti coloro i quali, come me, si sono sentiti indignati ed offesi nel vedere l'Inno di Mameli utilizzato per scopi pubblicitari.
Domenico Mazzullo
mercoledì 11 novembre 2009
Fratelli d'Italia
Non c'è mai limite al cattivo gusto, ne sono convinto, ma quando questo raggiunge e si estende a quanto di più caro e sacro è nella coscienza di tutti noi italiani, allora credo che non si possa rimanere indifferenti, o volgere distrattamente la testa dall'altra parte, ma sia un imperativo categorico far sentire, alta e forte la nostra voce di indignazione e di riprovazione, quando si giunge ad offendere il nostro Inno nazionale, l'Inno che rappresenta la nostra Patria, anche se questa parola viene pronunciata oggi sottovoce e quasi con vergogna.
Ma noi che non ci vergogniamo di essere italiani, ma anzi ne andiamo fieri e orgogliosi, non possiamo tollerare e non vogliamo che il nostro Inno nazionale, sia utilizzato, seppur mutandone le parole, impunemente e incoscientemente, per una pubblicità televisiva di una marca di calze.
Per chi non avesse ancora avuto modo di vederlo, ma mi sembra impossibile, visto la diffusione e il successo che ha avuto, faccio specifico riferimento allo spot pubblicitario della azienda CALZEDONIA che utilizza, mutandolo e parodiandolo in SORELLE D'ITALIA il nostro Inno nazionale.
Non riesco ad immaginare chi abbia avuto questa stravagante idea, non riesco a comprendere come dalla mente fecondamente creativa di un pubblicitario possa essere stata partorita questa trovata aberrante e offensiva.
Vivo a Roma, mi reco spesso al Gianicolo dove i patrioti della Repubblica Romana del 1849 resistettero alle soverchianti truppe francesi, dove Goffredo Mameli a soli 22 anni lasciò la vita, colpito da una palla di fucile e ucciso dalla cancrena, tra atroci dolori, confortato da Giuseppe Mazzini.
Sinceramente non mi sembra un buon modo di onorare la memoria di chi ha donato la vita anche per noi, trasformando il Suo Inno, il nostro Inno, in un messaggio pubblicitario, seppur per calze da donna.
Un mio caro amico, indignato come me, ha scritto al Presidente della Repubblica una lettera di rimostranze, per denunciare il fatto, ricevendo prontamente una lettera di risposta dal Consigliere del Presidente della Repubblica, Che, dopo averlo ringraziato, da parte del Presidente, per il suo interessamento di cittadino e dopo aver rimarcato "il costante impegno del Capo dello Stato per la valorizzazione dell'Inno e dei simboli della unità nazionale, che acquistano ancor più significato guardando al prossimo 150° anniversario dell'Unità d'Italia" ha rassicurantemente aggiunto:"Posso inoltre informarLa che questo Ufficio ha provveduto a segnalare il caso, sollevato da Lei e da altri, all'Istituto dell' Autodisciplina Pubblicitaria per le valutazioni di competenza".
"Segnalare il caso all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria"? Ossia l'equivalente di niente.
Non è troppo poco per quanto dovuto a Goffredo Mameli, all'Inno d'Italia e a noi italiani che ci riconosciamo in Esso?
Domenico Mazzullo
d.mazzullo@tiscali.it
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lunedì 14 settembre 2009
Coerenza
giovedì 27 agosto 2009
Dei delitti e delle pene
Da quando lo lessi la prima volta nei tempi lontani del Liceo, ho sempre considerato come una delle espressioni più alte, più nobili e più illustri dell'Illuminismo, l'aureo libretto "Dei delitti e delle pene" del nostro Cesare Beccaria.
sabato 22 agosto 2009
Priorità
Dedicando a queste pratiche molto tempo, riesco ad ascoltare i primi tre giornali radio del mattino, su Radio 1, a ore 5; 5.30 e in fine a ore 6, quello preceduto dalle note dell'Inno d'Italia, già citato in un precedente blog.
Ne avevo avuto già sentore ierisera al telegiornale, ma sinceramente, considerando la Radio, più seria della TV, mi illudevo e speravo che il fenomeno, forse legato ad una svista del giornalista addetto, non si ripetesse, e invece si è puntualmente ripetuto anche in Radio, nei tre notiziari suddetti.
Cosa di tanto grave è avvenuto in questa calda Estate che ci riporta, con pedissequa monotonia, le notizie dell'esodo, con immancabile e insostituibile controesodo, la conta delle vittime sul fronte della guerra delle vacanze, le classifiche delle città più calde d'Italia?
Nulla di importante per me, ma evidentemente di molto importante, per chi si occupa di decidere la priorità da dare alle notizie che ci vengono comunicate, o propinate. E' un modo comune di dire, un motto ormai entrato nei meccanismi automatici del nostro parlare, il termine "Prima pagina", per alludere e significare la notizia più importante, la più eclatante, quella appunto da comunicare per prima.
Ebbene sì, purtroppo già da iersera in Televisione e anche questa mattina in Radio, la notizia in prima pagina era rappresentata dalla tanto attesa, vagheggiata, sognata uscita di un numero importante al superenalotto, con conseguente vincita astronomica, seguita da tanto di intervista al gestore della ricevitoria e suo conseguente ed ammiccante riserbo sulla identità del vincitore, non si sa ancora se fortunato o sfortunato.
Alcune, tante persone sono morte in mare, in circostanze ancora oscure, ma certamente tragiche, cercando di raggiungere le nostre coste, infiamma la polemica sui mancati aiuti da parte di Malta, il Vaticano lancia accuse, gravi, molto gravi, senza destinatari specifici, almeno nelle apparenze, Bossi risponde a tono, si sono tenute, in un clima non certo sereno le elezioni in Afghanistan, ma ciò che è ancora più grave, un elicottero del 118 con a bordo un medico e altre tre persone si schianta presso Cortina, mentre era impegnato in una missione di soccorso, provocando la morte dei quattro soccorritori, e la notizia più importante, da prima pagina è rappresentata dal superenalotto.
Sono allibito, sconcertato, indignato, ma soprattuto terrorizzato, perchè se questo particolare è lo specchio, un esempio, dell'universale nel quale ci troviamo a vivere, allora io, tuttora vivente, provo invidia per quelle quattro persone che hanno perso la vita ieri, compiendo il proprio dovere.
Chi avrà il coraggio di raccontare ai familiari dei caduti, che la morte dei Loro Cari, conta meno della vincita al superenalotto?
Domenico Mazzullo
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domenica 16 agosto 2009
Dimissioni
mercoledì 12 agosto 2009
Bieco illuminismo
« L'illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stessi è questa minorità se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! – è dunque il motto dell'illuminismo. Sennonché a questo illuminismo non occorre altro che la libertà, e la più inoffensiva di tutte le libertà, quella cioè di fare pubblico uso della propria ragione in tutti i campi. Ma io odo da tutte le parti gridare: — Non ragionate! — L'ufficiale dice: — Non ragionate, ma fate esercitazioni militari. — L'impiegato di finanza: — Non ragionate, ma pagate! — L'uomo di chiesa: — Non ragionate, ma credete. »
(Immanuel Kant, Risposta alla domanda: che cos'è l'Illuminismo?)
mercoledì 20 maggio 2009
Vorrà dire qualcosa?
Sono felice di essere stato un precursore di questa pratica. Forse le persone cominciano a rendersi conto...
Domenico Mazzullo
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Non mi sento di esprimere altro commento
mercoledì 18 marzo 2009
AIDS
lunedì 9 febbraio 2009
Eluana
Silenzio
Noi che ancora non la abbiamo trovata, ci stringiamo attorno a Tuo papà ringraziandoLo per ciò che ci ha insegnato, con la Sua determinazione, il Suo coraggio, il Suo rispetto e amore per Te.
Grazie di cuore.
Addio.
"Il filo è spezzato e l'uccello è volato via"
Herman Hesse
Domenico Mazzullo
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domenica 8 febbraio 2009
Ancora su Eluana
Bene ha fatto il papà di Eluana, Beppino Englaro, ad invitare il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio a recarsi a Udine, per rendersi conto personalmente delle condizioni di Sua figlia. Ne riporto testualmente le parole perchè sono illuminanti ed educative per tutti noi." Sono il tutore di Eluana Englaro, ma in questo momento parlo da padre a padre, rivolgendomi al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, per invitare entrambi, ed essi soli, a venire a Udine per rendersi conto di persona e privatamente, delle condizioni effettive di mia figlia Eluana, su cui si sono diffuse notizie lontane dalla realtà, che rischiano di confondere e deviare ogni commento e convincimento".
Parole che suonano come una ideale, dignitosissima risposta, a quanto detto dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e indirettamente rivolto al papà di Eluana:" A me sembra che non ci sia altro che la volontà di togliersi di mezzo una scomodità. Io al contrario non riuscirei a fare una cosa del genere con mia figlia. Non me la sentirei di staccare la spina. Capisco che sono 17 anni, ma perchè tanta fretta proprio ora?".
Io voglio sperare e mi auguro, che le parole di Silvio Berlusconi, siano "una voce di sen fuggita", perchè altrimenti sarei costretto a rimarcare la superficialità, l'arroganza e l'irriverenza, di chi pronuncia certe frasi ed esprime certi giudizi, senza avere piena e sofferta cognizione dei fatti e delle persone.
Io ho avuto modo di conoscere personalmente Beppino Englaro e di parlare a lungo con lui, in tempi non sospetti e quando la vicenda di Eluana non era ancora divenuta argomento di prima pagina dei giornali.
Non ho mai, ripeto mai, avuto il seppur minimo sospetto che Beppino Englaro fosse animato dal seppur minimo e recondito intento di togliersi di mezzo una scomodità, come invece sostiene il Presidente del Consiglio, Che certo ha mezzi e strumenti più appropriati dei miei, per valutarne le reali intenzioni.
Vorrei che Eluana trovi al più presto la Sua pace e che su di Lei cali un rispettoso silenzio, ma mi rendo conto che questo è un desiderio irrealizzabile.
Per fortuna, sulla questione abbiamo anche l'autorevole sentenza di Adriano Celentano, che senza esserne richiesto ha espresso il suo meditato giudizio.
Ne sentivamo il bisogno.
Domenico Mazzullo
d.mazzullo@tiscali.it
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martedì 3 febbraio 2009
Quiete
martedì 27 gennaio 2009
Misericordia
Il Papa Benedetto XVI, coerentemente con i suoi principi e con la sua ideologia, ha revocato la scomunica ai vescovi ribelli, nominati da Lefebvre, compiendo un atto di misericordia, secondo quanto espresso dalla voce vaticana.
domenica 25 gennaio 2009
Arroganza
I suoi primi provvedimenti in tema di aborto hanno suscitato le ire del Vaticano, i cui esponenti di maggior spicco si sono espressi con immediata, straordinaria, non abituale durezza, vista l'importanza da loro attribuita ai temi in questione.
Il presidente emerito della Pontificia Accademia della Vita, mons. Elio Sgreccia ha detto testualmente:"Tra le tante cose buone che poteva fare, ha scelto la peggiore". Mentre l'attuale presidente in carica della Pontificia Accademia della Vita, mons. Rino Fisichella ha usato toni e parole ancora più dure e forti, tacciando e accusando il Presidente Obama "dell'arroganza di chi si crede nel giusto".
Evidentemente l'ineffabile mons. Fisichella affermando questo è implicitamente convinto, ma non arrogantemente, di essere assolutamente ed innegabilmente, lui, nel giusto.
Se ne deduce quindi che, per mons. Fisichella, inevitabilmente e incontrovertibilmente è arrogante chi esprime pareri e opinioni discordanti dal personalissimo"suo giusto".
Domenico Mazzullo
d.mazzullo@tiscali.it
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venerdì 23 gennaio 2009
Non è il paese degli ayatollah
giovedì 22 gennaio 2009
Quesito
"Carissimo dottor Mazzullo, dopo molto tempo torno a importunarla con le mie solite insofferenze, questa volta indirizzate ad eventi infarciti, a parer mio, di assurdità e privi assolutamente di logica Queste mie insofferenze, sempre più frequenti, visibili e… udibili (per la deprecabile abitudine che sto prendendo di imprecare e maledire a alta voce), sono la conseguenza della cronaca che ci arriva quotidianamente in mille modi: dai giornali alla tv, da internet agli sms e quant’altro possa giungere al nostro sovraccaricato cervello.
Ora per chiarire il mio pensiero e arrivare alla solita crudele domanda che le farò e che lei sicuramente si aspetta, cercherò di dare ordine alle mie inquietudini e per non fare un lungo e irritante (per me) elenco dettagliato, andrò avanti per grandi linee.
Mentre pranzo, sempre in maniera molto parca vista ormai l’età, faccio però la solita abbuffata di notizie propinate appunto dai vari tg che uso seguire ogni giorno e che, come sicuramente avrà notato anche lei, riportano con regolare frequenza la presenza e/o la difesa di eventi e di personaggi che si sono distinti per fatti di cronaca nera o di malefatte nei confronti della società: Battisti, l’omicida difeso dai brasiliani e da larga parte degli intellettuali francesi, per non parlare dei tanti italiani; Luciano Moggi, autore indiscusso della più disgustosa pagina dello sport italiano che, evidentemente colpevole e ancora con vari processi da subire, viene amorevolmente soccorso e difeso da vari media e personaggi (squallidi) dello stesso settore; Ancora, la sentenza che consente a un pluriomicida, che ha assassinato madre, padre e fratello, di ereditare le proprietà immobiliari dei defunti genitori. (Come recita quel detto “si rivolteranno nella tomba”. Credo che in questo caso calzi veramente a pennello); Addirittura La Corte Suprema Europea della Giustizia (sic!) che condanna il governo italiano a risarcire gli autori degli ecomostri abbattuti sul lungomare di Bari per “violazione della proprietà privata” (??????). Vorrei anche aggiungere il comportamento delinquenziale di alcuni (leggi Diego Maradona) e quello di evasione e frode fiscale di famosi vip italiani (Tomba, Loren, Pavarotti, Valentino Rossi e molti altri) che sono stelle intoccabili, veri e propri beniamini che escono da queste vicende senza subire la benché minima scalfittura, che invece lascia ammaccati e doloranti quanti con le stesse malefatte non hanno la stessa fortuna di essere famosi. Infine, ma solo un accenno, gli innumerevoli personaggi che già condannati (Sofri) o implicati o addirittura accusati, di efferati delitti (Cogne, Garlasco, Perugia, Erba, per citare solo i più famosi e più recenti) anch’essi ospiti di tv e giornali, quando non soggetti di film o romanzi con tanto di presentazione davanti a personalità e amici. Con una presenza così invadente da farli diventare volti “amici”. Insomma quasi una gara tra network a scoprire il divo del momento nonostante tutto. Quasi a premiarlo.
Ecco questa…come possiamo definirla, abitudine? Va be’ diciamo così. Questa abitudine di correre in aiuto di chi sbaglia la ritengo una vera e propria istigazione a delinquere. Piano piano comincio a pensare che quei giovani, che commettono reati incredibili e subito dopo vengono acciuffati dalle forze dell’ordine: stupri, violenze di gruppo nei confronti di tanta gente, la distruzione di scuole e spazi pubblici, facciano queste cose per essere scoperti, sicuri che pagheranno poco o niente, ma avranno in più la possibilità di finire anche loro nel firmamento mediatico.
La mia domanda è proprio questa dotto dottor Mazzullo, è possibile che questi esempi vengano interpretati da pochi (per fortuna) giovani che sanno che qualunque cosa commettano l’impunità è quasi certamente garantita dalla follia e dalla illogicità sociale di questi anni bui che stiamo vivendo?
Un caro saluto, con immutata e devota amicizia,
Roberto Gruppo"
Caro Amico,
certamente Lei conoscerà Wolfgang Goethe, il famosissimo poeta e scrittore tedesco, autore, in piena età romantica, tra le altre cose di "Le affinità elettive" e di "I dolori del giovine Werther" che si conclude con la morte, autosomministratasi, del protagonista, il giovane Werther, (leggasi suicidio), vittima delle sue pene d'amore e dei Suoi problemi morali.
Ebbene, il lungimirante e attento governo germanico, nonostante l'indubbio valore artistico, si vide costretto, ad un certo punto, a proibire la pubblicazione dell'opera, a causa della epidemia di suicidi che si era diffusa tra i romantici giovani tedeschi, impressionati dalle vicende di Werther e in preda a raptus suicidi per imitazione.
Nella nostra epoca attuale, molto meno romantica e più prosaica, noi psichiatri parliamo di "effetto Werther" quando la pubblicazione sulla stampa, o la diffusione in televisione di notizie e particolari riguardanti il suicidio, per lo più di un adolescente, provocano ancora un fenomeno imitativo in coetanei impressionati e colpiti dal gesto.
Forse, e lo dico senza alcuna ironia, ma con la tragica serietà che si addice ad un fenomeno grave ed inquietante, soprattutto perchè riguarda i giovani, ci troviamo, mutatis mutandis, di fronte ad un novello "effetto Werther", certo molto meno romantico e suggestivo, ma perfettamente in linea con i nostri tempi disgraziatamente degenerati.
Caro Amico, con la speranza di aver soddisfatto il Suo quesito e la consapevolezza di averLa ulteriormente rattristata, La saluto caramente.
Domenico Mazzullo