mercoledì 16 gennaio 2008

Tacere


Ho ricevuto dal mio affezionato lettore Roberto una nuova lettera, che ritengo molto interessante e che pubblico integralmente, assieme ad una mia risposta. Premetto che la lettera era di un giorno precedente, alla vicenda giudiziaria che ha colpito il Ministro Mastella e la Sua Signora; la risposta è ovviamente successiva.
Egregio Dottor Mazzullo
Non so se siamo di fronte a una farsa o a una tragedia greca, ma è quello che provo ogni giorno documentandomi sull’andamendo della nostra Italietta. Perché un po’ mi viene da ridere e un po’ da piangere. Ma molto anche arrabbiare. La cosa che di più mi fa imbestialire è che in un momento economico così drammatico, con il disagio dei giovani in balia di una società che non gli garantisce il futuro, con una sanità pubblica che fa paura, con una delinquenza e una violenza che la fanno da padrone, con un’immagine nazionale degradata a livello mondiale dall’effetto boomerang della vicenda rifiuti, noi elettori dobbiamo assistere alle squallide esibizioni dei politici che litigano sulla riforma elettorale con il solo scopo di difendere le loro dorate posizioni, autori di una corruzione e un clientelismo umiliante per la nazione e per chi lo applica, ma ormai sdoganata e legalizzata da loro stessi. Arrivando a proporre anche finte “spaccature nell’Unione” che non approderanno mai a niente, almeno fino a quando, così dicono insigni giornalisti e politologi di destra e di sinistra, arriverà il 30° mese di Governo, che garantirà a tutti l’immeritata ricca pensione da parlamentare. Starò a vedere, magari insieme a coloro che devono lavorare 30 anni per una pensione da fame.
Però per qualcosa i nostri bravi politici stanno lottando, per ottenere l’aumento di stipendio, che Bertinotti ha bloccato da qualche mese. Poverini.
Prima di farLe la solita domanda Le ricordo che già una volta Lei mi ha detto che queste persone ce le mettiamo noi a governare e non Le nascondo che ho provato un senso di colpa quando mi sono reso conto che anche io ero complice di questo disastro.
Ma è proprio qui che verte la domanda che Le faccio, e cioè: Come possiamo noi elettori fare altrimenti, quando è chiaramente tutto BLINDATO in modo tale che ci convincono che siamo veramente noi a decidere, quale sono le alternative umane a quelle oggi proposte dai segretari dei partiti. Come possiamo difenderci da gente che dice una cosa e ne fa un’altra. Perchè non interviene la magistratura quando un governante fa il contrario di quello che ha promesso? Perché comincio a pensare che le organizzazioni terroristiche, rosse e nere, degli anni ‘70 e ‘80, unico deterrente che ha unito gli schieramenti politici per raggiungere uno scopo comune, forse...Mi scusi dottor Mazzullo, ma preso dalla foga di scrivere sto sragionando.
Meglio che mi fermi qui.
Un caro saluto dal suo speranzoso amico,
Roberto
Caro Roberto,
La ringrazio, prima di tutto per la fiducia e il credito accordatomi, ma che non credo proprio di meritare e Le rispondo con grande piacere, accresciuto dal fatto che la Sua lettera mi fornisce anche l'occasione per commentare la vicenda giudiziaria che ha coinvolto ieri il Ministro della Giustizia Mastella e la Sua Signora, ristretta agli arresti domiciliari nella Sua villa.
Premesso che, fedele come più volte ho detto agli illuministici insegnamenti di Cesare Beccaria, ritengo fermamente che nessuno possa mai essere considerato colpevole, fino a che non siano stati conclusi tutti i gradi di giudizio, ho salutato, come semplice cittadino, con grande gioia e soddisfazione le dimissioni subito rassegnate dal Ministro della Giustizia indagato.
Purtroppo la mia gioia e soddisfazione è stata prontamente delusa, con gravissima indignazione, dalla replica del Presidente del Consiglio Prodi, che ha rifiutato le sue dimissioni e ha invitato il suo Ministro della Giustizia a rimanere al suo posto, manifestandogli in più, tutta intera la sua solidarietà, cosa che si è affrettata a fare tutta la classe politica al completo.
Credo e affermo, che il nostro Presidente Prodi abbia ancora una volta perso una buona occasione per tacere e gli consiglierei la lettura dell'aureo libretto dell'Abate Dinouart "L'arte di tacere".
Se non dovesse trovarlo in libreria, sono disposto a fornirgli la mia copia, a patto che prometta di restituirmela.
Credo che nel rispetto dei cittadini e del mandato da loro affidatogli, un Presidente del Consiglio che si rispetti, dovrebbe immediatamente accettare le dimissioni di un suo Ministro, per giunta della Giustizia, indagato dalla Magistratura dello Stato che egli governa, riservandosi dignitosamente di tacere e men che meno dovrebbe manifestare apertamente la sua solidarietà, in pubblico.
Libero di farlo, naturalmente in privato, se obblighi e doveri di "amicizia" lo impongono.
Il rifiuto delle dimissioni e ancor di più la sua solidarietà, espressa pubblicamente, dimostrano e manifestano chiaramente ed esplicitamente una sconfessione della Magistratura che indaga e che, fino a prova contraria, sta compiendo il proprio dovere.
Strano ed inquietante fenomeno, quello di un Capo di Governo che sconfessa e dimostra pubblicamente di non approvare l'operato di una Magistratura che, mi sembra di ricordare, rappresenta uno dei tre poteri dello Stato, di quello stesso Stato che il Capo del Governo attualmente in carica, dovrebbe guidare.
Oppure, subdola, strisciante ed ancora più inquietante, si fa strada entro di me, crudelmente, una seconda ipotesi, cattiva ed iniqua al solo pensarla, ossia che la Magistratura è buona quando colpisce i nostri nemici politici e diventa improvvisamente ed inspiegabilmente cattiva, quando colpisce i nostri amici di schieramento politico. Ma voglio ricacciare subito questa ipotesi e confinarla nelle pieghe del mio insano ed ingiusto pessimismo, che mi suggerisce incubi terrifici di uomini politici, che lungi dal fare l'interesse del Paese, fanno i propri.
E a questo punto giungo alla Sua domanda. La mia risposta è unica e semplice; non so se sia quella giusta, ma è l'unica che riesco a darLe e a darmi: comportarci da Cittadini, come Cittadini furono coloro che fecero la Rivoluzione Francese, che fecero la Rivoluzione Americana, la Repubblica Partenopea e la Repubblica Romana e non da sudditi, come sino ad ora abbiamo fatto. Se non siamo contenti dei nostri rappresentanti, mandiamoli a casa, semplicemente non votandoli più.
Giustamente, nella Sua lettera, Lei mi dice che spesso appare non vi siano alternative. In questo caso non mi piace il sistema che adottò Indro Montanelli, quando affermò:"Mi turo il naso e voto DC".
Con tutto il rispetto per il grande giornalista, io proporrei un'altra soluzione: votare, tutti gli italiani uniti compatti, scheda bianca.
Un sogno? Ma la vita è fatta anche di sogni.
Domenico Mazzullo d.mazzullo@tiscali.it

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