lunedì 23 agosto 2010

Cerimonie

Lo confesso, le cerimonie sono sempre state e sono per me particolarmente noiose.
Preciso, quelle religiose, perchè invece le laiche mi emozionano, ma tra quelle religiose, le uniche che fanno eccezione alla mia noia imperante e che pertanto amo profondamente, sono i funerali, in primis perchè sono brevi, perchè impongono un atteggiamento ed una espressione seria e contegnosa, vista la dolorosità della occasione, che ben si confà e si accorda con la mia perenne e dignitosa melanconia di fondo e soprattutto perchè, al termine di questi e scambiati i saluti di rito e le meste condoglianze ai familiari del defunto, ciascuno alla propria casa può far ritorno, senza passaggi e seguiti aggiuntivi.
Odio invece le cerimonie festose, i battesimi, che mi appaiono come la prima imposizione degli adulti sul recente neonato, le cresime, per fortuna ora più rare, ed in primis i matrimoni che impegnano una intera giornata, peggio se addirittura lavorativa.
In questi, la cerimonia religiosa, in chiesa, spesso di una lunghezza estenuante, rappresenta solo il primo atto di una commedia, per me tragedia, quando sono costretto a parteciparvi, in tre atti, il secondo , infatti, consistente nella ritualità delle foto con gli sposi, in pose improponibili e l'ultimo, il pranzo, come naturale ed evidente, il più temibile ed estenuante, lunghissimo, interminabile, claustrofobico e defatigante, per me che non sopporto di rimanere più di cinque minuti seduto a tavola, con le lentissime pause ed intervalli tra una portata e l'altra e quando tutto finalmente sembra finito, dulcis in fundo, la torta nunziale con rituale taglio di questa da parte degli sposi e il brindisi, vera tortura per me astemio.
Premesso questo, ho provato un istintivo moto di comprensione e solidarietà umana nel vedere il Santo Padre, per il quale sinceramente non provo simpatia, per motivi personali ed ideologici, colpito da un improvviso raptus morfeico, con tanto di tiara papale sul capo, schiacciare un improvvisato quanto improvvido pisolino, davanti agli occhi di tutti, durante chissà quale cerimonia alla quale presenziava, vinto dal sonno e forse anche dalla noia.
Non mi è difficile immaginare la costernazione e l'imbarazzo del fedele sacerdote alla Sua sinistra, costretto a destarlo delicatamente, con un gesto amorevole della mano, per non urtare la pontificale suscettibilità e risparmiarGli così una sconveniente caduta di immagine.
Domenico Mazzullo

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