lunedì 24 dicembre 2007

Cesare Beccaria



Oggi è la vigilia di Natale, Gesù Bambino è in procinto di nascere, tra il bue e l'asinello, tutti ci sentiamo e siamo più buoni e....proprio oggi la notizia che un altro efferato, crudele, inaudito crimine è stato commesso contro una vittima innocente, colpevole solo di essere figlia di un notaio e quindi presuntivamente oggetto appetibile per un sequestro a scopo di estorsione.
Iole Tassitani è stata uccisa. Il corpo della donna rapita il 12 dicembre a Castelfranco Veneto è stato trovato nella notte in un garage di Bassano del Grappa: era stato fatto a pezzi e riposto in sacchi dell'immondizia.
Al cospetto di crimini di questa fatta e di una crudeltà così gratuita ed inaudita, si fa strada nell'animo di molti di noi il desiderio di una pena esemplare, nella fattispecie della pena di morte, come risposta immediata e definitiva a tali esempi di umana crudeltà. Per non cedere a questo desiderio, anche mio, dettato dal cuore, più che dalla ragione, ho riletto ancora una volta l'aureo libretto di Cesare Beccaria, l'illuminista illuminato autore di "Dei delitti e delle pene" e ancora una volta sono stato convinto dalle Sue ragioni.
L'Italia in questo momento è orgogliosa di aver promosso, presso le Nazioni Unite, la moratoria contro la pena di morte, e tutti sono felici e contenti di questo risultato raggiunto, che alimenta il clima di buonismo imperante in questo paese, rassicurato anche dal fatto, e non comprendo perchè sia stato assicurato con tanta enfasi, che i criminali in questo ultimo caso siano rigorosamente italiani e non stranieri.
In questo clima di buonismo dicevo, che non condivido, non comprendo e mi lascia stupefatto, riflettendo sulla rilettura di Cesare Beccaria, Che ancora una volta mi ha convinto, mi è balzata subitanea ed improvvisa alla mente una domanda: ma perchè non condannare questi bestiali criminali alla "pena di vita", in antitesi alla "pena di morte", ossia ad una vita dalle condizioni così drammaticamente afflittive, da essere invocata, da loro stessi, la pena di morte, che naturalmente verrebbe negata in ottemperanza alla risoluzione delle Nazioni Unite così fortemente voluta proprio dall'Italia?
Buon Natale a Tutti.
Domenico Mazzullo d.mazzullo@tiscali.it www.studiomazzullo.com

1 commento:

Roberto Gruppo ha detto...

Caro dottor Mazzullo,
l’attacco del suo blog su l'arrivo del Bambinello che arriva ecc.ecc., mi ha riportato alla memoria una battuta che circolava anni fa tra noi amici e che diceva: "E' Natale Gesù bambino scende sulla terra.....5000 dollari a chi lo cattura vivo o morto!"
Perché le dico questo? Perché mi sembra molto azzeccata visti i tempi che viviamo, almeno come perdita di valori e di punti di riferimento (non solo religiosi) che secondo il mio punto di vista sono tra le cause del guasto sociale sempre più marcato e dall’aspetto irreversibile che attanaglia questa società “democratica e civile”.
Ma per tornare al suo articolo, a proposito della moratoria Onu contro la pena di morte, di quelli che comunque sono degli assassini (pentitisi sempre dopo aver ucciso persone innocenti e devastato la vita di tante famiglie), non nascondo una certa perplessità alle manifestazioni di gioia di chi ha promosso la moratoria quando nel mondo attuale, della globalizzazione e dell’informazione in tempo reale, muoiono di fame, ogni giorno, migliaia di bambini (ma non solo bambini), quando ci sono guerre e guerriglie che interessano quasi tutti i continenti, dove c’è un terrorismo, a quanto pare invincibile e altamente addestrato e teologicamente all’avanguardia, che causa decine e decine di morti ogni santo giorno. Contestualmente a una produzione di materiale bellico che registra aumenti di fatturato esponenziali e guadagni iperbolici dei pochi industriali del settore. Cresce la mia perplessità quando vedo decine di minuti dedicati dai vari Tg nazionali a tanti divi dello spettacolo e dello sport e solo sporadicamente di alcune situazioni assolutamente cadute nel dimenticatoio come il Darfur, o l’emergenza Aids nel continente nero.
Mi piace molto la sua frase provocatoria che dice: “Condannare alla pena di vita”. Sono assolutamente d’accordo con quello che dice. ma credo che ormai l’Italia per ciò che riguarda l’espiazione di una condanna sia diventata lo zimbello d’Europa e di tutti i paesi più progrediti nel mondo (guardi l’ultima presa in giro dell’indulto). C’è una corsa a salvare e perdonare gli autori dei più efferati delitti che ha quasi dell’incredibile. E quel che è peggio che in pochi giorni non ci si ricorda più della vittima.
Dottor Mazzullo in che società viviamo? Possiamo sperare in un futuro migliore per le prossime generazioni? Perchè dobbiamo subire i danni devastanti di una democrazia che non sa difendere i propri cittadini? Per chi è stata confezionata questa democrazia?

Un’ultima cosa a proposito della frase “pena di vita.
Se non le dispiace la vorrei prendere in prestito e minacciarla ai nostri politici cambiandone però il senso. Ovvero minaccerei loro di condannarli a vivere per sempre la vita che tutti i giorni fanno milioni di italiani che devono convivere con questo disastro che è ormai la nostra povera nazione. Vorrei che deputati e senatori (la famosa casta) provassero sulla loro pelle a usufruire della sanità pubblica, del lavoro precario, a vivere con le pensioni che si ottengono dopo quasi quarant’anni di lavoro o a far crescere una famiglia con gli stipendi dei nostri giorni, di farli camminare da soli di notte per le strade delle nostre città, come fanno centinaia di migliaia di persone, che rincasano tardi per vari motivi, con la paura di fare il solito brutto incontro che può rovinargli l’esistenza. Questa sarebbe una bella condanna per chi ormai ha perso qualsiasi contatto con la società e non si rende minimamente conto di come è la vita reale.
Un caro saluto
Roberto