domenica 30 marzo 2008

Anziani


In un'epoca in cui si muore con estrema facilità, in un mondo in cui ogni giorno muoiono migliaia di persone, per guerre, malattie, incidenti, catastrofi naturali e indotte dall'uomo, omicidi, suicidi e la morte degli altri è così comune, così abituale, così usuale e anonima da lasciarci indifferenti, vi sono morti però di persone comuni, qualsiasi, non famose, sconosciute, anonime, che invece ci toccano il cuore e che risvegliano in noi quel poco di umanità, quel poco di sentimento umano che ancora ci è rimasto, sepolto sotto cumuli di indifferenza, di freddezza, di crudele ipocrisia.
Il fatto è avvenuto alle porte di Roma, in un appartamento al quinto piano di uno stabile anonimo di edilizia popolare.
Quando i vigili del fuoco sono entrati per soccorrerla era ormai troppo tardi. La donna, 88 anni era morta ormai da più di dodici ore, ma nell'appartamento non era sola. In un'altra stanza un uomo e una donna, entrambi ultraottantenni, invalidi immobilizzati nei loro letti, ma vivi, la sorella della donna defunta di 86 anni e il suo compagno più giovane di lei di cinque anni.
Nonostante fosse la più anziana del gruppo, la donna defunta accudiva da sola gli altri due, invalidi ed immobilizzati a letto essendo lei l'unica ancora valida ed autosufficiente, in grado di svolgere in qualche modo le faccende e provvedere alle necessità dei familiari più giovani, ma immobilizzati.
In una società cosiddetta civile, in un paese apparentemente progredito ove abbonda il superfluo ed oltre, questi episodi di solitudine, di abbandono degli anziani lasciati a loro stessi, debbono farci riflettere, debbono farci temere il futuro prossimo, i tempi vicini che verranno, perchè si prospettano scenari ed immagini terrifiche, che solo pochi anni fa sarebbero apparse di macabra fantascienza. Siamo ancora in tempo per scongiurarle?
Domenico Mazzullo

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