lunedì 24 settembre 2007

Servizi segreti

Caro Cesare,
ancora una volta ti chiedo aiuto e soccorso, come giornalista, come professionista di provata esperienza, come uomo, per cercare di comprendere ciò che mi è ancora incomprensibile.
Questa mattina prima dell'alba, dal notiziario della radio e poi ora dalla prima pagina di tutti i giornali apprendo che il CSM Consiglio Superiore della Magistratura denuncia, con grande sdegno, che magistrati delle procure della Repubblica di alcune città d'Italia ( Milano, Torino, Roma, Palermo ) e anche magistrati europei venivano spiati e controllati, non da ali deviate dei Servizi segreti, ma, horribile dictu, piuttosto dallo stesso Sismi (Servizio segreto militare ).
Superato lo sgomento iniziale provocato dall'enfasi con cui la notizie è stata annunciata, abituato a riflettere freddamente e razionalmente sulle cose, mi chiedo e ti chiedo:" in cosa consiste lo scandalo, quale è il problema?
Non è forse compito istituzionale dei servizi segreti spiare e sorvegliare, certo nel pieno rispetto delle leggi e delle finalità per cui sono, in tutto il mondo, stati costituiti? E, a maggior ragione, proprio in periodi così turbolenti come quelli attuali?
E perchè proprio uno dei poteri più importanti di uno stato democratico, la Magistratura, dovrebbe essere immune da questa attenta sorveglianza? Sorveglianza non significa certamente interferenza nei compiti e nelle funzioni di questa, da esplicarsi nella più assoluta e totale libertà, ma nel rispetto altrettanto assoluto e totale delle Leggi; sorveglianza significa attenzione a che nell'ambito di questo potere così importante, fondamentale e strategico per lo Stato, non vi possano essere infiltrazioni esterne devianti, inadempienze, o peggio attività dirette contro il bene supremo della nazione. Siamo uomini e la Storia e l'esperienza ci insegna che "mele marce" possono annidarsi ovunque, da cui la assoluta necessità di difenderci da queste. Come medico sono rimasto scandalizzato che i recenti attentati in Gran Bretagna siano stati orditi e compiuti proprio da medici il cui compito dovrebbe essere quello di salvare le vite e non distruggerle.
E poi, se io fossi un magistrato, mi sentirei onorato e felice che qualcuno, nella istituzione di cui faccio parte, mi sorvegliasse, perchè, se sono integerrimo nel mio operato, come deve essere, non ho nulla da nascondere e anzi la sorveglianza cui fossi sottoposto, sarebbe la migliore prova pubblica della mia integrità. Non erano i Romani a sostenere che "la moglie di Cesare deve essere più di tutti limpida e al di sopra di ogni sospetto? Grazie per le spiegazioni che vorrai darmi. Tuo Domenico.

Pubblicato su Libero "Mister No"

Nessun commento: