giovedì 3 gennaio 2008

Gentilissimo Dottor Mazzullo....



Pubblico con molto piacere, dopo averne chiesto esplicita autorizzazione, la lettera di Roberto, un "incauto lettore", Che mi onora della Sua attenzione nei confronti del mio blog e dei miei pensieri, con a seguito la mia risposta.

"Gentilissimo Dottor Mazzullo, torno di nuovo a lei per porle un quesito su un fatto di cronaca di questi giorni, che non so esattamente dove collocare, se nel contesto sociale o politico, di cronaca nera piuttosto che disastro ambientale, cronica rassegnazione dei cittadini o menefreghismo degli stessi. Mi riferisco come avrà immaginato allo sfacelo che interessa Napoli e le province limitrofe, ovvero la mancata raccolta della spazzatura e gli enormi problemi da ciò causati che vediamo da decine di giorni, a tutte le ore, su tutti i Tg nazionali e non. Ero indeciso se importunarla su questo argomento, ma l’elemento scatenante è stata la tanto documentata iniziativa che è partita ieri a Milano: il ticket per entrare con le auto inquinanti nel centro della città. Infatti vedendo i servizi giornalistici sulle vicende di cui sopra, uno di seguito all’altro, non ho potuto fare a meno di paragonare le due situazioni, che inevitabilmente mi hanno portato a trarre conclusioni di ordine culturale e di civiltà. Ovviamente a favore della capoluogo meneghino. Milano è civile e culturalmente all’avanguardia, mentre Napoli è piena di sporcaccioni e di persone che non glie ne frega niente del futuro dei figli e delle generazioni a venire.Vorrei sottolineare che io sono di origine campana e che ho ancora molti parenti che vivono a Napoli e nella provincia di Caserta, questo per attenuare il mio provocatorio pensiero negativo nei confronti dei partenopei. Ma devo anche ammettere che l’ho veramente pensato. Dopo però mi è venuta in mente una riflessione, che poi è il quesito che faccio a lei: come mai - ho pensato tra me e me - in tutti questi giorni nelle decine di Tg che ho avuto modo di vedere, non ho mai sentito ne visto su questa scandalosa tragedia il sindaco Jervolino, il presidente della Regione Bassolino, il ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio, ne tantomeno il premier Prodi. Perché questa omertà mediatica (per persone che non perdono mai un’occasione per apparire in Tv)? Come è possibile che la camorra, esplicitamente accusata da una giornalista Mediaset di essere l’autrice di tutto questo, possa controllare così violentemente un’intera regione? Perché le centinaia di migliaia di persone oneste che vivono in quelle zone devono subire questo affronto? Devo ritenere che sia vero quello che mi ha detto pochi giorni fa, un mio amico che ha vissuto due anni a Napoli: “A Napoli non c’è la presenza dello Stato, non se ne percepisce la presenza, si va avanti così senza certezze. L’unica cosa certa, reale e presente ovunque è la camorra. ”Caro Dottor Mazzullo, lei in una precedente risposta mi diceva che non sa interpretare bene certe vicende politiche, ma credo che in questo caso, lei che è un profondo conoscitore della psiche umana, possa quantomeno districare, delimitare, definire in modo più netto le componenti di questo intrigato caso, aiutandomi a capire la distanze tra nord e sud, tra cittadini onesti e camorristi, tra grida di aiuto dei giovani napoletani e la latitanza dei politici, tra giustizia e ingiustizia.
Cordiali saluti,
Roberto"

Caro Roberto,
La ringrazio, prima di tutto, per l'attenzione, immeritata, che Lei rivolge al mio blog ed alle mie opinioni, rivolgendomi questa volta delle domande che farebbero tremare i polsi a chiunque e a me in particolare, chiedendomi di aiutarLa "a capire le distanze tra nord e sud, tra cittadini onesti e camorristi, tra grida di aiuto dei giovani napoletani e la latitanza dei politici, tra giustizia e ingiustizia".
Non sono in grado, ahimè, di fornirLe una risposta esaustiva ai quesiti molto attuali ed interessanti che mi rivolge, ma cercherò di ragionare assieme a Lei sull'argomento e forse ne verrà fuori qualcosa di buono.
Come potrà leggere su un mio post precedente, non sono affatto d'accordo sul provvedimento preso a Milano, di istituire un ticket per entrare con le auto inquinanti nel centro della città, con tariffe differenziate a seconda dell' inquinamento da esse prodotto. Mi sembra ovvio e banale che, se le auto inquinano, non è pagando un ticket più o meno gravoso a seconda dell'inquinamento da esse prodotto, che l'inquinamento atmosferico si riduce, ma casomai si verifica un maggiore introito per le casse del comune.
Non mi è mai giunta voce di un inquinamento atmosferico che si riduca e sia sensibile alla pecunia dei cittadini, mentre immagino cosa accadrebbe, se tutti i cittadini, possessori di auto inquinanti, decidessero, comunque, di pagare l'iniquo balzello e entrare nel centro storico della città. L'inquinamento rimarrebbe tale e quale, ma gli introiti del Comune aumenterebbero sensibilmente. Questo mi sembra un esempio lampante e paradigmatico di come nel nostro povero paese vengono affrontati i problemi, senza alcuna differenza tra nord e sud.
La faciloneria, l'incompetenza, l'approssimazione, la assoluta e completa mancanza di senso del dovere e di responsabilità hanno veramente unificato l'Italia, facendo un lavoro molto più capillare e completo di quanto sia riuscito ai Padri del nostro Risorgimento, Che certamente immaginavano, desideravano e speravano un'Italia migliore.
E poi Lei mi rivolge un quesito specifico:"
come mai in tutti questi giorni nelle decine di Tg che ho avuto modo di vedere, non ho mai sentito ne visto su questa scandalosa tragedia il sindaco Jervolino, il presidente della Regione Bassolino, il ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio, ne tantomeno il premier Prodi. Perché questa omertà mediatica (per persone che non perdono mai un’occasione per apparire in Tv)?
Come psichiatra sono curioso ed interessato ai contenuti ed alle forme dei discorsi pubblici, che confesso, spesso non riesco a capire, se non con notevole sforzo, teso anche a superare il disinteresse e la noia, che solo dopo pochissimi secondi, sorprende ed assale l'ascoltatore.
Ebbene ho scoperto, che il comune denominatore caratterizzante ed unificante questi discorsi , dei politici, ma anche degli uomini di Chiesa, che sono dei politici molto più consumati, di chi lo fa per professione, è rappresentato dalla più assoluta e totale genericità e ovvietà, con affermazioni di principio vaghe quanto aspecifiche, che è facile condividere ed approvare, al riparo da ogni possibile smentita. Non ho mai ascoltato discorsi concreti e fattivi, in cui qualcuno abbia detto:per me si fa così e così, mi assumo la responsabilità di ciò che affermo, esponendomi alle inevitabili critiche, se le mie iniziative dovessero risultare errate. Ciò comporterebbe il rischio di essere rimandati a casa, in caso di fallimento, un rischio troppo pericoloso da correre, per chi ha fatto della politica la propria professione, non avendone altra e quindi rigidamente attaccato alla propria poltrona, o poltroncina, terrorizzato alla sola idea di rimanere in piedi e dover così interrompere la propria "carriera" politica. I membri della Chiesa si dimostrano, in questo, maestri ed hanno fatto scuola, pur non correndo in questo aspetto rischi, non potendo essere ridotti allo stato laicale.
In questo trovo, caro Amico, una risposta alla Sua domanda, in questo trovo una ragione della assoluta, squallida, imperdonabile latitanza di tutti gli oscuri personaggi da Lei citati, il Presidente Prodi, il Ministro dell'ambiente Pecoraro Scanio, il Presidente della Regione Bassolino e per finire l'ineffabile sindaco Jervolino.
In un momento così tragico e di assoluta emergenza, in cui sarebbe necessaria una presa di posizione ferma e categorica, a costo di suscitare critiche e proteste anche violente, in cui sarebbe necessaria una iniziativa decisa e determinata, i nostri amministratori dimostrano tutto intero il loro acume e capacità "politica" di defilarsi e scomparire, per non essere costretti a dire qualcosa che potrebbe scontentare qualcuno.
In temini militari si direbbe "assumere una sagoma di basso profilo", per non correre il rischio di essere colpiti dal fuoco nemico, pronti poi a ricomparire al momento opportuno, quando il rischio di dover prendere delle pericolose risoluzioni, assumendosene la responsabilità, sia cessato.
Questo significa essere un buon politico "italiano".
In questo la camorra si dimostra molto più "coraggiosa" e presente.
Dove lo Stato è latitante, i nemici dello Stato proliferano e si mostrano agguerriti.
Qualcosa di molto simile, avvenne con le invasioni barbariche, che contribuirono al crollo dell'Impero romano, dominatore assoluto, fino ad allora di tutto il mondo conosciuto.
Non i barbari erano divenuti più forti, ma i romani irrimediabilmente più deboli.
E forse proprio la Storia stessa, ma una Storia più recente, ci permette di capire e comprendere le distanze tra nord e sud del nostro paese.
In tempi ormai piuttosto lontani, quando la nostra Italia non era ancora unita, il Nord, chiamiamolo genericamente così, risentiva fortemente della cultura europea, rappresentata dalla influenza francese, per quanto concerneva il Piemonte e la Sardegna dei Savoia, era sotto la diretta dominazione austriaca, il Lombardo-veneto, che per quanto poliziesca e repressiva dei moti indipendentisti, era purtuttavia all'avanguardia, dal punto di vista culturale e sociale e lo stesso Veneto, prima che Venezia perdesse definitivamente l'indipendenza, faceva parte della Repubblica di Venezia, la "Serenissima" esempio, per secoli, di cultura, di ottima amministrazione pubblica, di serietà e responsabilità di governo, di potere illuminato e democratico, liberale, soprattutto per quanto riguardasse la libertà di pensiero e di idee. Non dimentichiamo che per anni Venezia ospitò Galileo Galilei, ricercato dal potere temporale della Chiesa, per le Sue idee eretiche e moderniste.
Un poco più a Sud cosa c'era? Il retrivo e arretrato Stato della Chiesa, dominio del potere temporale del Papa, fermo al medioevo, e caratterizzato dalla più profonda ignoranza, in tutti i sensi, favorita e approvata dal dominio papale, perchè chi è ignorante non pensa e non si ribella e se malauguratamente lo fa, viene messo a morte. Un piccolo esempio di quanto detto, è rappresentato dal feroce antisemitismo, teso ad opprimere ed umiliare i perfidi giudei, costretti a rimanere chiusi nel ghetto, dall'alba al tramonto e dalla assoluta proibizione della vaccinazione antivaiolosa, già diffusa in tutta europa, perchè considerata un'arma del diavolo.

Lo stesso clima di arretratezza, di ignoranza, di degrado e di oppressione, si riscontrava nel "Regno delle due Sicilie", dominio dei Borboni, che univano ad una pessima gestione del potere, la più crudele e vessatoria repressione, alimentando l'ignoranza e la povertà della popolazione.

Unici fulgidi, gloriosi esempi, di ribellione autoctona, a questi oppressivi regimi, furono la Repubblica Partenopea del 1799 e la Repubblica Romana del 1849 di Mazzini, Saffi e Armellini.

Fatta eccezione per questi due movimenti, che furono comunque espressione di una minoranza borghese illuminata e colta, ma non popolare, la grande maggioranza della popolazione meridionale è sempre stata composta da sudditi di un potere assoluto e mai da cittadini, consapevoli dei propri doveri e dei propri diritti, seppure non rispettati e riconosciuti dal potere, che abbiano lottato e siano caduti per conquistare la propria libertà.

La stessa spedizione dei Mille di Garibaldi, nacque al nord ed era composta, in gran parte, di borghesi, medici, avvocati, farmacisti, studenti e professori, che spesso non furono accolti, proprio con favore, dai sudditi del sud, che li ricevettero invece, nella migliore delle ipotesi, con diffidenza ed indifferenza.

Conclusero questa opera di pseudoliberazione, ma in realtà di invasione, i piemontesi, dopo l'incontro di Teano, che si comportarono come autentici occupanti ed invasori nei confronti dei fratelli del sud i quali passarono, tout court, dalla dominazione borbonica a quella piemontese. Sudditi prima, sudditi dopo.

Queste origini storiche danno ragione, a mio parere e molto sinteticamente, delle profonde differenze tra nord e sud d'Italia.

Ed infine "le distanze tra giustizia e ingiustizia?".

Caro amico, Le consiglio di leggere alcuni libri preziosi, che a me lo hanno insegnato e certamente a Lei lo indicheranno molto più esaurientemente e meglio di quanto mai potrei essere capace io:

"I doveri dell'uomo" di Giuseppe Mazzini, "I doveri" di Marco Tullio Cicerone, "I Dialoghi" e le "Lettere a Lucilio" di Seneca, "I Ricordi" di Marco Aurelio, "I Dialoghi" di Platone e per ultimo il libro "Cuore" di Edmondo De Amicis.

E poi, se fosse stanco di leggere, potrebbe vedere qualche film, altrettanto didattico ed esplicativo di questi difficili concetti: "Mezzogiorno di fuoco", "Wyatt Earp", "Il buio oltre la siepe", Mississipi burning", "Vincitori e vinti". A me hanno insegnato molto.

Grazie per avermi permesso di riflettere con Lei su questi argomenti.


Domenico Mazzullo d.mazzullo@tiscali.it


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